martedì 27 marzo 2012

Rapporto Istat: record divorzi nell’ultimo decennio. Il segno più non è una sorpresa.

Separazioni e divorzi crescono, seguendo la tendenza: 85.945 e 54.456 nel 2009 (+2,1%e +0,2%). Ma crescono meno (dal 2007 al 2008 l’incremento fu di +3,4%e +7,3%). «E questo si spiega con le difficoltà economiche di un gran numero di persone» , dice il sociologo della famiglia Pierpaolo Donati. C’è un incremento, però, che è significativo nell’ultimo rapporto Istat diffuso ieri. E riguarda le persone che hanno superato i 60 anni.

Dal 2000 al 2009 le separazioni che hanno coinvolto uomini ultrasessantenni sono passate dal 5,9%al 9,4 per cento: in termini assoluti da 4.247 a 8.086. Quanto alle donne, sono salite da 3,6 a 6,1 per cento, cioè da 2.555 a 5.213. Pantere grigie protagoniste anche nella sfera affettiva. «Vent’anni fa un pensionato era principalmente un nonno. Da lui ci aspettavamo che facesse le parole crociate e giocasse a bocce» , racconta la terapeuta di coppia Gianna Schelotto. Oggi no. «I sessantenni sono sportivi, vitali, pieni di voglie.

Un uomo non è disposto a vivere accanto a una compagna critica, il suo ritratto di Dorian Gray, due occhi nei quali vede riflessa l’età che avanza mentre lui non ha altro desiderio che cambiare, essere diverso, non pensare al tempo» . Anche la donna è insofferente. «Vuole riprendersi la vita, l’indipendenza. Se il partner la lascia, quasi certamente lo fa perché ha un’altra. Ma se lei pone fine a una relazione pluridecennale lo fa per se stessa, soprattutto».

Il sociologo Donati analizza lo stesso aspetto. «È il cosiddetto individualismo emancipativo che influisce più sulla donna che sull’uomo. Quando si è giovani è soprattutto lei a insistere per il matrimonio, desiderosa di procreare e di mettere su una famiglia. Dopo i sessant’anni la situazione si inverte ed è l’uomo ad aver voglia di famiglia, mentre la donna è perfettamente indipendente» . Rispetto al 1995 sono più che raddoppiate le separazioni sopraggiunte dopo venticinque anni di matrimonio.

Secondo l’Istat adesso il 16,2 per cento dei coniugi che prende la decisione ha già celebrato le nozze d’argento. Ma il matrimonialista Gian Ettore Gassani va oltre e sostiene che nelle grandi città le separazioni over 65 rappresentano il venti per cento del totale. «La causa principale non è più l’infedeltà, ma l’incompatibilità di carattere, la noia o l’incapacità di trovare compromessi. Ci si lascia perché si pensa che un percorso sia terminato». È il momento dei bilanci. Aggiunge il collega Cesare Rimini: «Queste separazioni tardive nascono da un ragionamento. Se i figli sono sposati e non vivono più a casa, è inevitabile fare un bilancio: quando prevalgono noia, silenzio, insoddisfazione, allora scatta la molla che fa desiderare una vita vera» . L’avvocato però ammette: «Sono soluzioni a cui ricorre chi dispone di una certa capacità economica, quando nessuno dei due dipende dall’altro».

Il fenomeno non riguarda naturalmente soltanto l’Italia. L’anno scorso, dopo l’inattesa separazione tra Al Gore e signora (quarant’anni di matrimonio), si era occupato del tema il Wall Street Journal, facendo un’analisi molto semplice: le mogli hanno trovato l’indipendenza economica grazie al lavoro e i mariti hanno ritrovato la sessualità grazie al Viagra. Riflessione condivisa dalla docente di Psicologia e psicopatologia dello sviluppo sessuale Chiara Simonelli. Dice: «Un paio di generazioni fa prevaleva l’idea comune del sessantenne come una persona asessuata. Magari non era proprio così. Oggi c’è meno ipocrisia. Maschi e femmine forse a quell’età non si sentono come dei ventenni, ma in pieno diritto di cercare la propria felicità privata».

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